lunedì 3 maggio 2010

"La verità, vi prego, sul precariato"

Sono stufa di parlare di pollitica, di polli e di aviaria.
Ora cambio tema.
Oggi ho voglia di riportare una parte di un articoletto di giornale che mi è capitato di leggere qualche giorno fa e che credo possa conciliare la vita e l'amore con uno dei problemi più grossi della società attuale: il precariato.

"A ciascuno credo, sia capitato di sentirsi precario e non solo al giorno d'oggi, in un'epoca nella quale la transitorietà è diventata uno stato con cui dovere necessariamente imparare a convivere. Si voglia o no, in questi strani tempi, il lavoro è sempre più flessibile e richiede adattamento ed inventiva. L'amore, poi, è da sempre, quanto di più elastico e flessuoso si possa immaginare. Un'onda del mare. Figuriamoci se si fa programmare, incartare, organizzare!
E' che noi abbiamo sempre bisogno di sicurezze. Non riusciamo mai ad accettare l'idea dell'incertezza e della naturale provvisorietà delle cose. Non riusciamo mai ad accettare che la vita non corrisponda, in ogni suo singolo istante, in ogni suo singolo movimento, alle nostre aspettative. I margini di rischio devono essere sempre ridotti al minimo.
Non si dice di rasentare la sciagura, chiaramente, ma di sapere riconoscere che la vita è anche, se non soprattutto, strana, ruvida, ambigua e, piaccia o no, anarchica.
E' ovvio che all'interno di essa vi siano delle regole da dover rispettare e delle convenzioni tali da consentire una convivenza civile e democratica. Ma questo non deve farci dimenticare che siamo destinati a muoverci in mezzo alle passioni, alle delusioni, alle sconfitte, ai tradimenti, al dolore, alla gioia, alle vittorie, alle conquiste.
Tutti. Senza eccezioni.
Siamo chiamati a viverle tutte queste esperienze. Viverle. E mentre le viviamo, dobbiamo cercare di fare del nostro meglio per comprenderle. Capirne il significato. Perchè dietro ogni esperienza vi è una rivelazione.
Siamo chiamati a viverle per dare un senso di compiutezza all'esistenza. E' evidente che non tutti, poi, rispondano all'invito. Per incapacità, superficialità o mancanza di volontà, che sia. Non tutti sanno cogliere le occasioni nascoste."
(di Andrea Makner dal "Trentino" del 26.04.2010)

Penso sia una buona riflessione che mette assieme molti aspetti che toccano ognuno di noi ogni giorno.
Non credo serva aggiungere altro.
Ecco un bel video per rallegrare un po' le prospettive.


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